The following article is written in ITALIAN, if you want to know what it is about, just ask me in the comments below.
Sono pochi gli studenti italiani
che riescono a concludere l’anno con il massimo dei voti, e non pochi quelli
che non ce la fanno e vengono sospesi dal giudizio, per poi conseguire i cosiddetti
”esami di riparazione” prima del rientro a scuola. Spesso, è difficile seguire
una lezione in classe: c’è chi parla col compagno, chi fa un’opera d’arte nel
banco, e chi addirittura dorme. Perché è così straziante andare a scuola?
Secondo un sondaggio di mille cittadini concepito dagli autori di «La ricreazione è finita, scegliere la scuola, trovare il lavoro» e realizzato con il contributo di Duepuntozero Doxa e il supporto del Forum della meritocrazia, il problema principale delle nostre scuole italiane è proprio la qualità dell’insegnamento e degli insegnanti. Che cos’è che non va nei nostri insegnanti? La risposta a questa domanda si trova nella vita di tutti i giorni, qualcosa che ormai quasi tutti ne fanno uso: internet. Perché continuare ad andare a scuola, perché scomodarsi da casa, alzarsi la mattina presto dal nostro letto, quando possiamo comodamente imparare ogni giorno con un click? Se la Seconda guerra mondiale sta scritta su Wikipedia, o su YouTube trovo dei professori che spiegano i logaritmi, perché dovremmo stare seduti a scuola? Il problema dell’istruzione italiana è proprio questo: è antica, datata. Bisognerebbe reinventare il metodo degli insegnanti, in lezioni interattive, in modo tale da attirare l’attenzione dello studente. Un’altro problema delle nostre istituzioni è l’attualità degli argomenti che vengono proposti in classe. Se per caso si chiedesse ad un alunno di una scuola superiore chi è il Presidente della Repubblica o qual è il monte più alto d'Italia, io scommetto che non tutti saprebbero rispondere. È questo un’altro handicap dell’insegnamento: si studia il passato, ma si dimentica il presente; si da per scontanto, ovvio, che determinati temi fanno già parte del bagaglio culturale di un adolescente. È sicuramente importante sapere cosa è successo prima di noi, ma come possiamo pretendere di conoscere quello che è successo prima, se non conosciamo che cosa stiamo vivendo?
A queste problematiche si aggiungono anche questioni riguardanti le strutture delle nostre scuole, come ad esempio le soprannominate “classi pollaio”, cioé classi con numerosi alunni, dove in alcuni casi si supera il numero di trenta; qui la situazione diventa ardua, sia per lo scolaro che deve cercare di seguire ed intervenire ai dibattiti in classe, sia dell’insegnante che deve cercare di captare la concentrazione di trenta menti diverse, e allo stesso tempo cercare di far prevalere ogni studente.
Quando ci si lamenta che noi, nuove generazioni, siamo ignoranti e incompetenti, provate per un giorno ad essere studenti nei nostri antiquati istituti.
Il sottoscritto è solo uno studente di un liceo linguistico che ha voluto esprimere la sua opinione al riguardo.
FILIPPO LA PORTA
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